IN MEMORIA DI GIORGIO MAINARDI NELL’80° DELLA SUA SCOMPARSA

SULMONA – Nel 1951 furono rinvenute nei pressi di Roccacinquemiglia le povere spoglie del giovane Giorgio Mainardi, ucciso dai tedeschi il 23 novembre 1943 nel tentativo di oltrepassare il fronte della Linea Gustav.

Dopo l’8 settembre, all’indomani della caduta del fascismo, a Vicenza, Mario Dal Pra, professore di filosofia al Liceo “Pigafetta”, su un giornale della città rivolse ai giovani un accorato appello all’impegno civile esprimendo palesemente la sua lontananza dal fascismo. Per tale presa di posizione, il giorno dopo, il vescovo di Vicenza tacciò Dal Pra dapprima come pericoloso propagandista e poi lo dichiarò divenuto estraneo alla comunità dei cattolici vicentini.

Giorgio Mainardi, ventenne vicentino, studente di medicina all’Università di Padova, già alunno del professor Dal Pra al Liceo Classico Pigafetta, non rimase insensibile all’appello del suo docente e dopo angosciose crisi di coscienza – egli aveva ricevuto un’educazione profondamente cattolica dalla propria famiglia ed era stato dirigente diocesano dell’Azione Cattolica – in ottobre si diede alla macchia, spinto dalla propria coscienza, aderendo al movimento di liberazione d’ispirazione cattolica “Volontari della Libertà”.

Da patriota scelse la missione più rischiosa, passare le linee per portare messaggi al comando alleato. Per questo preferì partire con la sua bicicletta senza salutare i genitori e le sorelle, senza abbracciarli per l’ultima volta, lasciando loro solo una lunga, bellissima lettera che «testimonia il tormento, il bisogno della sua anima a seguire la sua via».

Nei primi giorni di novembre arrivò a Sulmona. Presentatosi subito in episcopio, espose al vescovo Luciano Marcante che il suo intento era di superare le linee tedesche per recapitare alle forze alleate importanti comunicazioni da parte dei partigiani di Vicenza. Fu ospitato, per precauzione, presso l’istituto delle suore della Dottrina Cristiana sito in Via Probo Mariano e diretto da suor Pia Bafile, poiché in città c’era molto spionaggio, e fu messo in contatto con il dott. Mario Scocco, uno dei membri del movimento di resistenza locale. Rimase in città una quindicina di giorni, durante i quali conobbe un maresciallo dei bersaglieri con cui decise di partire all’alba del 22 novembre 1943.

In quei giorni i tedeschi vigilavano attentamente il tracciato della Linea Gustav (il 21 novembre ci fu l’eccidio di Pietransieri) e Giorgio Mainardi fu ucciso da soldati tedeschi con una raffica di mitra all’altezza di Roccacinquemiglia. Era il 23 novembre del 1943. La sua salma fu scoperta e riconosciuta solo nel 1951. Le sue spoglie furono onorate da un solenne funerale proposto dal Comune di Sulmona e da allora riposano nel cimitero della città.

Nella ricorrenza dell’80° dalla sua scomparsa, il Gruppo Sulmonese per la Memoria di Giorgio Mainardi ha preso l’iniziativa di onorarlo dando alle stampe la sua ultima lettera alla famiglia – il suo testamento spirituale – che sarà distribuita a tutti gli studenti dell’ultimo anno degli istituti superiori di Sulmona e Castel di Sangro affinché non si disperda la memoria del suo mirabile esempio.

Giovedì 23 novembre alle ore 17, presso il foyer del Teatro Maria Caniglia, Giorgio Mainardi sarà ricordato nella città che ne conserva le spoglie. Nell’occasione verrà presentato anche il volume di Carla Poncina Dalla Palma, “Umanesimo e Resistenza. Storie di altri Piccoli maestri”, dedicato alle brevi esistenze di Giorgio Mainardi e Renato Dalla Palma, suo compagno e coetaneo, ucciso il 12 marzo del 1945 nel campo di sterminio di Mauthausen. Saranno presenti l’autrice e Maria Pia Mainardi, sorella di Giorgio.

A cura del Gruppo Sulmonese per la Memoria di Giorgio Mainardi

 

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